Thomas Hobbes

HOBBES

Hobbes nasce a Westport in Inghilterra il 5 aprile 1588. Si iscrive alla scuola universitaria Magdalen Hall di Oxford, il giovane apprende la logica sillogistica e approfondisce il latino e il greco, ma preferisce lo studio della geografia e la lettura dei libri di viaggio. Nel 1640 si trasferisce a Parigi dove vive per undici anni, gravitando nell'orbita del circolo di Marin Mersenne e conoscendo molti esponenti del movimento libertino, corrente filosofica. Muore a Hardwick Hall nel 1679.
 Hobbes elabora una visione materialistica dell'universo e dell'uomo, in base alla quale i corpi sono l'unica realtà e il movimento l'unico principio di spiegazione dei fenomeni naturali. In questa prospettiva anche l'attività mentale è ricondotta, in ultima istanza, alla sensazione e al movimento: da questi due fattori derivano le immagini delle cose a cui sono attribuiti i nomi che vengono connessi nei ragionamenti. L'intelletto per lui, ha funzione computazionale, in quanto appunto collega i nomi attribuiti alle immagini delle cose grazie al linguaggio, il quale, a sua volta, svolge il duplice compito di memorizzazione e di comunicazione. Il linguaggio consente alla ragione di operare la generalizzazione necessaria alla costruzione dell'edificio della scienza. 
Nella prospettiva materialistica hobbesiana anche i concetti di bene e di male sono riconducibili alla corporeità, identificandosi con ciò che favorisce o danneggia la conservazione fisica dell'uomo. La libertà si riduce alla "libertà di fare ciò che la volontà ha deciso" e non è mai "libertà di volere", essendo la volontà intrinsecamente necessitata.
 Le condizioni del benessere della società risiedono per Hobbes 
nella costruzione di un potere assoluto in grado di regolare e
disciplinare gli istinti negativi degli uomini. Hobbes individua alcuni istinti fondamentali, come quello all'autoconservazione, che spinge gli esseri umani ad agire sempre in vista del proprio utile. E' per questo che secondo Hobbes lo stato di natura è caratterizzato dall' illimitata libertà individuale, che comporta una situazione di ostilità generale con il rischio della distruzione reciproca. Gli uomini devono rinunciare al diritto naturale seguendo le tre massime della ragione:
  • cercare un compromesso per ottenere la pace 
  • limitare i propri diritti in relazione a quelli degli altri
  • rispettare i patti
Secondo tali indicazioni è razionale e opportuno che gli uomini sacrifichino i propri diritti naturali e costituiscano una società politica e civile. A tal fine devono stabilire un patto di unione, con cui le loro volontà convergono verso un medesimo obiettivo, ossia la sopravvivenza collettiva, e un patto di sottomissione, grazie a cui alienano i propri diritti e poteri a un uomo o ad un'assemblea di uomini, in grado di ridurre i diversi a una sola volontà. Dai due patti ha origine lo Stato o Leviatano. Lo Stato che ne deriva ha un potere assoluto: deve emanare le leggi e farle rispettare punendo severamente chi trasgredisce. Non ha mai termine, ha pieno controllo delle azioni e delle opinioni dei sudditi, coincide con la legge e stabilisce i criteri del giusto e dell'ingiusto e ingloba il potere religioso. Lo Stato ha anche alcuni limiti, in quanto non può emanare ordini che mettano a repentaglio la vita o l'incolumità fisica dei sudditi , e deve lasciare un margine di libertà agli individui nella loro sfera privata. Per quanto riguarda la religione, Hobbes ritiene che il sovrano debba assumere anche la suprema autorità religiosa, perché, una volta riconosciuto il suo potere assoluto, non si può ammettere nessuna autorità indipendente che ne contrasti il dominio.
 

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