Empirismo

Empirismo
Empirismo nasce in Inghilterra a partire dalla seconda metà del Seicento. E' una diversa tradizione di pensiero, secondo cui la ragione è impotente senza il ricorso all'esperienza e quindi è limitata e condizionata. Per l'empirismo la conoscenza si origina a partire dall'esperienza sensibile e la ragione non deve entrare nel territorio della metafisica. Gli empiristi utilizzano una forma di comunicazione chiara e semplice comprensibile dalle persone di buon senso. Isaac Newton fu il promotore del nuovo sapere e della rinnovata immagine della ragione. Le sue regole metodologiche furono:
  •  la prima regola stabilisce che devono essere ammesse solo le cause sufficienti a spiegare il fenomeno;
  •  la seconda regola stabilisce che a effetti simili devono essere assegnate le medesime cause naturali;
  • la terza regola invita stabilisce di attribuire ai fenomeni dello stesso genere la stesse cause;
  •  la quarta regola sostiene che nella filosofia sperimentale le proposizioni ricavate per induzione dai fenomeni devono essere considerate vere.
Newton non accetta le proposizioni che non sono deducibili logicamente dai fenomeni non avendo riscontro nella realtà.Gli empiristi non sono filosofi di professione, ma sono legati al mondo della scienza e del diritto. Secondo Locke accertare i poteri e i limiti dell'intelletto umano è utile per l'esistenza concreta. Una volta esaminata la potenzialità della mente ci si potrà occupare di quei campi che sono alla nostra portata e si potrà evitare l'atteggiamento di chi pretende di sapete o tutto o niente. Per individuare i limiti della ragione Hume esclude dalla filosofia e dalle indagini scientifiche tutte le questioni che vanno al di là degli strumenti conoscitivi dell'uomo.
 John Locke è il padre dell'empirismo moderno. Locke poneva la ragione in stretta connessione con l'esperienza.da cui trarre il materiale conoscitivo. Nella sua ricerca Locke propone un'indagine delle facoltà conoscitive con l'obiettivo di stabilire le possibilità e i limiti.L'analisi delle facoltà conoscitive permette di maturare prospettive realistiche rispetto alle competenze che l'uomo potrà conseguire, e quindi potrà acquisire la consapevolezza che potrà ottenere un livello di conoscenza sufficiente che gli permetta di guidare nel modo migliore le sue azioni.La prima parte del Saggio sull'intelletto umano è dedicata alla critica delle idee innate, che consisteva nel ripulire il terreno dai detriti che si incontrano sul cammino della conoscenza. Secondo Locke vi sono idee o principi nella nostra mente che l'anima riceve fin dall'inizio della sua esistenza. Questa antichissima dottrina veniva dimostrata in base alla presenza di un certo numero di verità fondamentali in ogni uomo, sostenendo la tesi "E' impossibile che una cosa sia e non sia allo stesso tempo". 
Locke sostenne che tale tesi fosse falsa in quanto diceva che i bambini e gli idioti non hanno la minima nozione di simili principi intorno ai quali non esiste un consenso universale. Inoltre sosteneva che l'idea di Dio varia da individuo a individuo e inoltre molti popoli non la possiedono per nulla. Secondo Locke la disparità di vedute respingono l'innatismo facendo vedere la falsità delle argomentazioni che lo sostengono e ostacolano il progredire della conoscenza.
 Locke sosteneva che la conoscenza dipende interamente dall'esperienza, dalla quale derivano due tipologie di idee:                                                   

    John Locke
  •  le idee di sensazione;
  • le idee di riflessione.
Le idee di sensazione provengono dagli oggetti esterni tramite i cinque sensi, attraverso i quali fin da piccoli possiamo riempire la nostra mente. Le idee di sensazione sono quelle che derivano dall'esperienza interna che comprende gli stati d'animo e le passioni.La sensazione e la riflessione sono le uniche fonti della nostra conoscenza. Le cognizioni dei bambini sono varie a seconda delle esperienze che essi fanno. Locke passa poi a trattare la distinzione tra le
  • idee semplici; derivano dalle esperienze elementari e sono dotate di certezza
  • idee complesse; provengono dall'elaborazione delle idee semplici e si distinguono in: 


  • idee di modi; non sussistono di per sé ma sempre in relazione a una sostanza 
  • idee di sostanze; sono riferite a qualcosa di esistente in sé che funge da sostrato
  • idee di relazioni; derivano dal rapporto istituito tra idee semplici
Locke afferma che la conoscenza è circoscritta alle certezze sensibili, esterne o interiori, ed è probabile quindi a orientarsi nel mondo ma non assoluta. Le uniche certezze non sensibili sono quelle dell'io e di Dio. Locke deduce quindi una nuova immagine della ragione, non più assoluta e autoevidente, ma dotata di poteri finiti e limitati.

La concezione dello Stato e l'affermazione della tolleranza
  • Locke afferma che nello stato di natura gli uomini godono dei diritti naturali alla vita, alla libertà e alla proprietà, tuttavia manca la garanzia della legalità. Per garantire il diritto gli uomini stipulano un patto di unione con cui si costruisce una società civile. Tale accordo è ben distinto dal patto di unione, con cui i cittadini si sottomettono a un'autorità che ha il compito di tutelare i diritti naturali. 
  •  Hobbes invece afferma che nello stato di natura vige il diritto di tutti su tutto, il quale determina uno stato di "guerra di tutti contro tutti". Per evitare il conflitto e il rischio di estinzione gli uomini devono stipulare un patto di unione con cui rinunciano al proprio diritto naturale. Tale accordo accordo coincide con il patto di sottomissione  con cui si cede ogni potere a un sovrano assoluto.  

  • Mentre Spinoza afferma che nello stato di natura gli uomini hanno diritto illimitato su ogni cosa e possono farsi valere in base alla maggiore o minore "potenza". Per garantire la propria sopravvivenza gli individui devono unirsi in una comunità politica in cui è accresciuta la potenza di vita. 
 





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