Spinoza e Leibniz

Spinoza
Baruch Spinoza nacque ad Amsterdam nel 1632 da una famiglia ebraica costretta ad emigrare dalla Spagna per via dell’intolleranza religiosa che si respirava in quel paese.
Sul suo pensiero agirono diverse influenze, che il filosofo rielaborò in maniera originalissima e critica:
  • il razionalismo cartesiano che costituisce sicuramente la premessa e il punto di partenza della sua filosofia;
  • la rivoluzione scientifica che rappresenta il retroterra culturale entro cui si colloca la sua visione della realtà;
  • la cultura cristiana europea con cui si confronta costantemente e che lo porterà a rigettare la tradizionale visione di Dio;
  • la civiltà olandese del ‘600 che era caratterizzata da una forte tolleranza religiosa e da una mentalità aperta, espressione della borghesia marinara.
 Il concetto di partenza da cui parte la metafisica di Spinoza è quello di sostanza. Quest’ultima, secondo il filosofo, è «ciò che è in sé e per sé si concepisce». Con tale definizione Spinoza vuole indicare che la sostanza non deve la sua esistenza a nient’altro che a se medesima e risulta, dunque, essere autosufficiente e autonoma anche per quanto riguarda il piano concettuale, cioè è un concetto che non ha bisogno di altri concetti per essere pensato, come al contrario potrebbe essere ad esempio il concetto di “bello” che presuppone il concetto di “bellezza”.
Spinoza afferma che nello stato di natura gli uomini hanno diritto illimitato su ogni cosa e possono farsi valere in base alla maggiore o minore "potenza". Per garantire la propria sopravvivenza gli individui devono unirsi in una comunità politica in cui è accresciuta la potenza di vita. 
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 LEIBNIZ
 Leibniz Gottfried Wilhelm nasce a Lipsia nel  1646. Era un filosofo, matematico e uomo politico tedesco. Gli scritti di Leibniz, considerato un genio universale dai contemporanei, comprendono, oltre alla matematica e alla filosofia, anche teologia, diritto, diplomazia, politica, storia, filologia e fisica. Tra gli scritti filosofici principali di Leibniz vi sono: Saggi di teodicea , Monadologia  e i Nuovi saggi sull'intelletto umano. 
Leibniz effettua nella sua logica innanzitutto una distinzione fra possibile e attuale, necessario e contingente. Infatti possibile è tutto ciò che riusciamo a pensare senza contraddizioni, mentre attuale è qualcosa che esiste di fatto in natura. Dio è solo colui che fa passare dalla potenza all'atto queste idee presenti da sempre nella sua mente. Ora entra nella logica i principi di verità di ragione e verità di fatto. Necessario è tutto ciò il cui opposto implica una contraddizione e questo si ricollega alle verità di ragione. Contingente è tutto ciò il cui contrario non implica una contraddizione e questo si ricollega alle verità di fatto. Le verità di fatto sono le azioni che accadono nella realtà deducibili a posteriori. 
Leibniz riprende il principio di identità per valutare le verità di ragione, ma quando ci si avvicina al piano metafisico si deve introdurre il principio di ragione sufficiente che serve a estendere il generale principio logico dell'"analiticità" delle verità a quelle verità (di fatto) che non sono deducibili dal principio di non contraddizione. La differenza sta nel fatto che la spiegazione mediante il principio di identità è evidente, mentre la spiegazione mediante la ragione sufficiente è probabile. A questo Leibniz aggiunge il principio degli indiscernibili nel quale afferma che in natura non esisteranno mai due oggetti uguali; è questa una critica a Spinoza.

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