Spinoza e Leibniz
Spinoza
Sul suo pensiero agirono diverse influenze, che il filosofo rielaborò in maniera originalissima e critica:
- il razionalismo cartesiano che costituisce sicuramente la premessa e il punto di partenza della sua filosofia;
- la rivoluzione scientifica che rappresenta il retroterra culturale entro cui si colloca la sua visione della realtà;
- la cultura cristiana europea con cui si confronta costantemente e che lo porterà a rigettare la tradizionale visione di Dio;
- la civiltà olandese del ‘600 che era caratterizzata da una forte tolleranza religiosa e da una mentalità aperta, espressione della borghesia marinara.
Spinoza afferma che nello stato di natura gli uomini hanno diritto illimitato su ogni cosa e possono farsi valere in base alla maggiore o minore "potenza". Per garantire la propria sopravvivenza gli individui devono unirsi in una comunità politica in cui è accresciuta la potenza di vita.
LEIBNIZ
Leibniz Gottfried Wilhelm nasce a Lipsia
nel 1646. Era un filosofo, matematico e uomo politico tedesco. Gli scritti di Leibniz, considerato un genio
universale dai contemporanei, comprendono, oltre alla matematica e alla
filosofia, anche teologia, diritto, diplomazia, politica, storia,
filologia e fisica. Tra gli scritti filosofici principali di Leibniz vi
sono: Saggi di teodicea , Monadologia
e i Nuovi saggi sull'intelletto umano.
Leibniz effettua nella sua logica innanzitutto una
distinzione fra possibile e attuale, necessario e contingente.
Infatti possibile è tutto ciò che riusciamo a pensare senza
contraddizioni, mentre attuale è qualcosa che esiste di fatto in
natura. Dio è
solo colui che fa passare dalla potenza all'atto queste idee presenti da
sempre nella sua mente. Ora entra nella logica i principi di verità di
ragione e verità di fatto. Necessario è tutto ciò il cui
opposto implica una contraddizione e questo si ricollega alle verità di
ragione. Contingente è tutto ciò il cui contrario non implica una
contraddizione e questo si ricollega alle verità di fatto. Le verità di
fatto sono le azioni che accadono nella realtà deducibili a posteriori.
Leibniz riprende il principio di identità per valutare le verità di ragione, ma quando ci si avvicina al piano metafisico si deve introdurre il principio di ragione sufficiente che serve a estendere il generale principio logico dell'"analiticità" delle verità a quelle verità (di fatto) che non sono deducibili dal principio di non contraddizione. La differenza sta nel fatto che la spiegazione mediante il principio di identità è evidente, mentre la spiegazione mediante la ragione sufficiente è probabile. A questo Leibniz aggiunge il principio degli indiscernibili nel quale afferma che in natura non esisteranno mai due oggetti uguali; è questa una critica a Spinoza.
Leibniz riprende il principio di identità per valutare le verità di ragione, ma quando ci si avvicina al piano metafisico si deve introdurre il principio di ragione sufficiente che serve a estendere il generale principio logico dell'"analiticità" delle verità a quelle verità (di fatto) che non sono deducibili dal principio di non contraddizione. La differenza sta nel fatto che la spiegazione mediante il principio di identità è evidente, mentre la spiegazione mediante la ragione sufficiente è probabile. A questo Leibniz aggiunge il principio degli indiscernibili nel quale afferma che in natura non esisteranno mai due oggetti uguali; è questa una critica a Spinoza.
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